“Adesso ho capito perché ci si pesa nudi… un chilo di vestiti è veramente poca roba”
Un paio di jeans e una maglietta e hai già messo un chilo di troppo!
Vinokilo arriva a Como! 50 euro al chilo ed io mi catapulto curiosa nella speranza di scovare qualche chicca anni Sessanta o magari anche solo fare qualche affare…tipo “scelgo-solo-capi-leggeri” e porto a casa un bel bottino! Ma molto furbamente le cose più leggere costano 80 euro al chilo, giusto per scoraggiare le “volpi” come me.
L’ambiente è un po’ deprimente: l’angar dell’aero club a Como, specialmente in una grigia giornata di pioggia è uno scenario dal gusto post bellico. Se non fosse per la musica a palla, sembrerebbe più una distribuzione di aiuti umanitari che un mercato del vintage.
Le tende-camerino nere ammassate in un angolo con relativa coda non incentivano alla prova. Ho già voglia di girare i tacchi ma mi guardo intorno: pubblico misto, uomini e donne (anzi più uomini di quanti mi aspettassi) età media sulla trentina, ma anche qualche signora sulla cinquantina come me in modalità “caccia-grossa” ovvero trench + cappello + occhiale multifocale.
Vabbè diamo un’occhiata…
denim delle mie brame
Premessa: confesso di avere qualche remora sull’abbigliamento usato nei mercatini, perché ha sempre quel retrogusto muffettoso che mi inquieta un po’, quindi prediligo i tessuti che posso rilavare senza trattamenti particolari.
Il denim è la prima cosa che guardo nell’usato. Lo lavi o lo rilavi e te ne freghi della sua vita precedente, anzi più è usato più è bello.
Peccato aver trovato un solo stand a tema. L’ho scorso tutto tre volte senza trovare la mia taglia. Tutto Levi’s, niente di che, ma c’erano tre bootcut interessanti. Per una volta avrei dovuto avere una taglia in più piuttosto che una in meno…pazienza.
colori amici forme nemiche
I miei colori amici cambiano spesso, almeno una volta al mese. Sono legati alla tonalità di pastello che ho scelto per i miei capelli.
Questo mese indosso un color glicine, quindi mi oriento sulla ricerca del tono su tono, ovviamente in fantasie estrose.
Seleziono un paio di camicie, ma poi non ne faccio di niente per via delle forme esageratamente anni Ottanta: mi sono immaginata come la versione anziana della quindicenne che sono stata e non me la sono sentita di affrontare questo “ritorno al futuro”.
Mi sposto sugli abiti in cerca di chemisier (di abiti taglio ad A – i miei preferiti – neanche l’ombra) ma trovo solo grembiuloni stile suora laica, o camicioni stile figlia dei fiori in pensione, lo sconforto aumenta scorrendo le gonne stile suffragetta femminista.
L’infinità di camicie da boscaiolo e di giacche in pelle con gli spallini mi danno il colpo di grazia, mi vengono in mente i tempi dell’università e il Grunge, che non rimpiango per niente.
concludendo…
Cerco un paio di cose per mio figlio che, ignaro della fortuna che ha avuto a nascere nel nuovo millennio, si è invaghito non so perché della moda anni Novanta.
Lo videochiamo e lui con la sicumera dei suoi ventanni individua subito un paio di felpe di suo gradimento. Poverino, non sa che mamma oggi ha portato gli occhiali. Faccio le lastre alle due felpe: una ha il collo un po’ sbrindellato e una quantità di pelucchi che eccede la media tollerabile, l’altra ha due macchie rosse all’interno, che fanno pensare a un paio di brufoli esplosi (ve l’ho detto che sono schizzinosa sull’usato…).
Passo al peso: 850 grammi, praticamente 20 euro e spiccioli cadauna.
Traete voi le relative conclusioni e non mancate di darmi la vostra personale opinione in merito, la mia … vabbè non c’è bisogno di infierire… metto comunque il link nella speranza che il format cambi a seconda del luogo in cui viene organizzato.
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