
Cappotti per tutti i gusti

Sarà per questo trauma infantile che ho sempre evitato i cappotti come la peste bubbonica, associandoli sempre ad un fastidioso e psicosomatico prurito.
Quando mi sono liberata dei pregiudizi e ho fatto pace con il cappotto ero abbstanza grande da capire che la cosa migliore da fare era applicare il metodo empirico e sperimentare, per capire quale forma mi donava di più.
Come mi succede sempre, un esperimento tira l’altro ed ho finito per accumulare una piccola collezione di cappotti: si spazia dalla linea avvitata modello redingote, al cappottino dritto e lineare, al peacoat, a quello destrutturato di maglia, passando per lo sportivissimo cappotto-piumino, per approdare al modello anni sessanta con maniche frou-frou.

Siete morbide e burrose? Non scegliete linee oversize, ma piuttosto qualcosa che sottolinei le vostre forme senza stringere. Meglio un cappotto delicatamente avvitato, oppure diritto, che una linea a sacco, che rischia di ingoffarvi.


Però il mio alter-ego romantico mi fa sognare di tanto in tanto anche qualcosa di più femminile e magari anche un po’ pazzerello, come il cappottino di Desigual o quello rosa di Think Chic, con tanto di maniche 3/4 e ruches.



