
Camicia Bianca


Il patrimonio culturale lasciato da un grande come Ferré, l’architetto della camicia bianca. Pieghe, ruches, volant, plissé, arricci e capricci di ogni genere. Praticamente sta in piedi da sola, non ha bisogno di una cruccia ma di un manichino, è talmente eterea e perfetta da temere ad indossarla. Da usare con parsimonia, lavare con cura, stirare con amore e…molta pazienza…Ferrè, Valentino, Marni, Balenciaga. Una camicia scultorea strega come un’opera d’arte…attente alla sindrome di Stendhal.

Semplice ma d’effetto, stilizzata ma con dovizia di particolari, lineare ma dettagliata, casta ma sexy…praticamente il gioco dei contrasti. Non è una camicia bianca, ma un film con il finale a sorpresa, è capace di lasciare il pubblico piacevolmente interdetto. Vivetta docet.

Destrutturata
Jil Sander, Victor&Rolf, Moschino…ovvero l’insana soddisfazione di smontare una camicia e rimontarla a casaccio. Creatività o pastrocchio? Camice (quello del medico) o camicia di forza? Parola d’ordine: confondere le idee e depistare. Uno stile che ha i suoi vantaggi quando avete fretta di vestirvi…nessuno noterà se vi siete abbottonate male…

Ovvero la camicia facile, eterna, imperitura. Due parole: semplice e lineare. Un capo così brilla di luce propria, e si fa notare nonostante tutto proprio per la sua essenzialità.
Come indossarla in modo non banale? Con una cascata di bagliori metallici, d’oro e d’argento. Ma anche con il cipria e con il beige, per chi non ama l’effetto sbrilluccicoso.
I vantaggi di tanta semplicità? Dare risalto al viso, al sorriso, alle espressioni su una tela immacolata che riflette una storia unica…la nostra.

La camicia bianca di Cos
Semplicissima in cotone e organza senza collo, lunga con linea a uovo…appena comprata. Ho fatto qualche prova in attesa di farla uscire dall’armadio. Con jeans + sneakers tartan e con gonna + cuissardes. In che modo vi piace di più?
E voi come indossate le vostre camicie bianche?